Le aree tematiche
E’ un tema trasversale, che va alle radici della nozione di fisco e permea il modo di concepire e di percepire i tributi. Le tasse sono una violazione del diritto naturale alla proprietà, quindi un male in sé, da combattere fin dove possibile? Oppure un modo per ripartire in modo equo ed efficiente il finanziamento della spesa pubblica, nell’ambito di un “contratto” che prevede anche protezione sociale?
Che percezione hanno i cittadini contribuenti e più in generale l’opinione pubblica: vedono il fisco come un’imposizione coattiva, volta a finanziare una spesa pubblica inefficiente e affetta da sprechi, governata da politici corrotti? O come il modo per finanziare i servizi pubblici di cui godono?
L’amministrazione fiscale si ritiene depositaria di un potere di “esproprio”, il cui unico e fondamentale obiettivo è la massimizzazione del gettito (o della pretesa di gettito), con il vincolo di reggere (o “prevenire”) il contenzioso? Oppure si vede depositaria del compito di esigere le imposte decise dalle leggi, nel rispetto dei principi di equità e di correttezza nei confronti dei contribuenti? Ritiene fondamentale l’interpretazione delle norme e l’astratta ermeneutica, oppure ritiene prioritario dare attenzione alla sostanza dell’attività economica svolta?
E come si atteggiano i consulenti fiscali e i tax directors ? Dovè il punto di equilibrio tra la riduzione del carico impositivo tramite il tax planning e il contenimento del rischio fiscale?
E’ un tema centrale per l’attività d’impresa, con ricadute evidenti sulla competitività del nostro sistema fiscale. L’incertezza in materia fiscale (come qualunque altro tipo di incertezza) frena gli investimenti e la crescita: l’investimento è differito, o si investe altrove. Cambiamenti troppo frequenti della normativa fiscale comportano costi amministrativi (cambiamenti delle procedure), rischi connessi all’interpretazione delle novità e al probabile conseguente contenzioso con l’amministrazione fiscale.
I decreti legislativi di attuazione della Legge delega 23/2014 hanno segnato dei progressi importanti: la revisione dell’abuso del diritto e dell’elusione; la riforma delle sanzioni penali e amministrative; la revisione degli interpelli; l’istituzione della cooperative compliance.
Il Laboratorio Fiscale ha avviato un monitoraggio dell’applicazione di queste innovazioni normative. Molti dei partecipanti hanno esperienza diretta dell’adesione alla cooperative compliance. Come pure della sottoposizione di interpelli, della gestione di accertamenti, dell’invio all’autorità giudiziaria di notitiae criminis per abuso del diritto, di gestione di processi penali. E’ cambiato qualcosa negli ultimi anni? E se un miglioramento c’è stato, sembra essersi consolidato o si colgono segnali di un regresso? Quali suggerimenti si possono avanzare per migliorare il funzionamento degli istituti e il rapporto tra contribuenti e fisco? Su questi temi il Laboratorio Fiscale è impegnato ad aprire un confronto con le istituzioni competenti.
L’assenza di un coordinamento tra il procedimento sanzionatorio amministrativo e il processo penale dà luogo a un «doppio binario» che genera incertezze e disfunzioni. Il problema si è recentemente arricchito dell’introduzione del sequestro per sproporzione e dell’inclusione del tributario nell’ambito del Decreto legislativo 231/2001, decise con la manovra di bilancio per il 2020. Il Laboratorio fiscale è impegnato in una riflessione su questo “doppio binario”, anche alla luce del principio “ne bis in idem” e della giurisprudenza della Corte di Giustizia sulla “afflittività” delle sanzioni amministrative.
Non esiste certezza del diritto senza una giustizia tributaria efficiente. Oggi in Italia la giustizia tributaria da un lato è relativamente veloce (almeno nei primi due gradi), ma è poi ingolfata da una eccessiva mole di cause rinviate alla Corte di Cassazione. D’altro canto se ne lamenta la scarsa professionalità, con conseguente forte aleatorietà dei risultati. Il tema è ben presente nel dibattito corrente. Occorre rivedere la figura attuale del Giudice tributario, che dovrebbe essere a tempo pieno, professionale, in grado di assicurare autonomia, terzietà e indipendenza della funzione giudicante. Il Laboratorio Fiscale seguirà con attenzione l’evoluzione del processo di riforma, che dovrebbe da un lato conquistare la fiducia dei contribuenti, dall’altro assicurare una maggiore efficienza e produttività del sistema.
La fiscalità internazionale è in forte e radicale evoluzione. La riforma Trump, per molti versi innovativa, segna una rottura rispetto ai modelli tradizionali e spinge i partners/competitors ad adeguamenti. Lo sviluppo dell’economia digitale pone in crisi i principi stessi dell’imposta sulle società e del suo coordinamento internazionale. L’OCSE sta lavorando all’aggiornamento di quei principi, sullo sfondo di una forte tensione tra le spinte alla competizione e al protezionismo, da un lato, e la ricerca di accordi dall’altro. Resta anche aperta l’opzione delle web taxes nazionali. Il Laboratorio Fiscale seguirà con attenzione l’evoluzione di queste tematiche.
Tra i fattori “ambientali” che influenzano le attese sulla redditività dell’investimento, oltre al livello di tassazione, alla certezza del diritto, alla continuità legislativa e interpretativa, vi è anche l’impatto della burocrazia, in particolare quella fiscale. Riguardo alle semplificazioni, non si tratta di rimuovere tout-cour vincoli e adempimenti, banalizzando ciò che è strutturalmente complesso e che richiede competenze specialistiche. Si tratta invece di razionalizzare il sistema e di rendere l’insieme delle norme tributarie idonee a stimolare una crescita sostenibile. Tra le numerose proposte che sono state avanzate, anche dagli ordini professionali e dalle associazioni di categoria, e che il Laboratorio Fiscale intende approfondire, si rammentano, a titolo esemplificativo: la revisione della lettera d’intenti per le esportazioni; il regime delle perdite; le società di comodo; la deducibilità degli interessi passivi; il consolidato di gruppo; la derivazione e il doppio binario civilistico-fiscale; la tassazione delle imprese individuali, tra i regimi forfettari, quelli dei semplificati, l’IRI e la tradizionale tassazione progressiva.
E’ centrale il tema della competitività del nostro sistema fiscale nel confronto internazionale, in particolare riguardo alla capacità di incoraggiare investimenti da parte di operatori nazionali e di attrarre investitori internazionali. Il Laboratorio Fiscale si prefigge di analizzare alcune delle questioni che, al di la’ del livello di imposizione generale, possono influenzare le scelte di investimento. L’ACE, abolita l’anno scorso e ora ripristinata, è preferibile rispetto ad altre forme di incentivazione degli investimenti (mini-Ires, Tremonti o Visco per gli investimenti)? Il regime degli ammortamenti (super e iper ammortamento) è valido o andrebbe rivisto e adattato? Occorre mettere mano al vetusto decreto ministeriale che fissa i coefficienti di ammortamento ordinari? Occorrono regimi speciali per le holding, le finanziarie, i centri di coordinamento? Occorre inventare qualche regime sostitutivo del patent box ?
Più in generale, le future politiche volte a favorire lo sviluppo sostenibile e l’economia circolare, in sintonia con il Green Deal europeo, necessiteranno di incentivi fiscali, e quali?
In quest’ambito la proliferazione dei regimi, unitamente alla difformità delle aliquote, ha creato sperequazioni e inefficienze sistemiche. Un riordino appare quanto mai auspicabile.
Il Laboratorio Fiscale ha predisposto un documento di analisi e di proposte, che verrà presto pubblicato e sottoposto a confronto pubblico.
L’attenzione europea verso la tutela ambientale, ha sollecitato in maniera crescente gli Stati membri ad introdurre prelievi fiscali finalizzati all’attuazione delle politiche ambientali. Sulle tasse ambientali è stato già scritto molto, soprattutto dall'OCSE e dalla Commissione Europea. Il principio “chi inquina paga” impone di riconoscere una responsabilità verso la collettività umana a chi produce danni all’ambiente, legittimando la predisposizione di strumenti giuridici ed economici per la tutela dell’ambiente stesso. Tra gli strumenti in esame vi sono i tributi e le agevolazioni tributarie ambientali, che costituiscono le due espressioni della politica fiscale in materia di ambiente.
Con l’insorgere della pandemia e la grave crisi in cui è entrata l’economia il Laboratorio Fiscale ha dedicato attenzione ai problemi più immediati. Ha elaborato e pubblicato proposte, in sintonia con l’azione avviata dal governo, per razionalizzare e completare alcuni interventi già attuati e per rafforzare le manovre in campo tributario disposte con i decreti Cura-Italia, Liquidità e Rilancio. In particolare, per alleviare ulteriormente i problemi di liquidità delle imprese e delle famiglie, per sostenere i conti economici delle imprese e favorire le riorganizzazioni di impresa. Tra queste, la sospensione delle limitazioni alla deducibilità degli interessi passivi e della normativa sulle società di comodo, il potenziamento dell’ACE e del regime di deducibilità delle perdite.